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Fra Emanuele, ingegnere del Creato.  Le vie del Signore da Leffe ad Assisi

Credit Foto - Bergamopost

La strada segnata, dopo il liceo Amaldi frequentato ad Alzano, era quella della facoltà di ingegneria per l’ambiente dell’Università di Brescia, ma le vie del Signore, sempre imperscrutabili, l’hanno portato ad Assisi e al sacerdozio. Sarà grande festa fra il 7 e 8 luglio a Leffe per Fra Emanuele Gelmi, 37 anni, che sabato 23 giugno è stato ordinato sacerdote, insieme a cinque confratelli, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola per mano di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi. In un’epoca in cui le vocazioni al sacerdozio appaiono sempre meno frequenti (nel 1988 a Bergamo gli ordinati furono trenta, quest’anno, tre decenni dopo, appena tre), la scelta di Fra Emanuele ha una freschezza che stupisce.

La vocazione. «Mi ci son voluti anni – ha scritto Fra Emanuele ai suoi compaesani nell’imminenza dell’ordinazione – prima di comprendere che il Signore mi chiamava ad essere un compagno di viaggio molto particolare, un frate francescano che, sulle orme del Santo di Assisi, poteva contribuire a rendere più bello il mondo annunciando a tutti che con Gesù la vita è più profonda, ricca e feconda (…). L’ordinazione sacerdotale è un sacramento che mi avvicina ancora di più al cuore di Cristo e a quello di tutti gli uomini di questo mondo; perché il sacerdote è colui che si prende cura del gregge a lui affidato, che lo guida sulla giusta via indicando la meta, che è stare con Dio, camminando con Lui in mezzo alle gioie e ai dolori di tutti i giorni. Essere sacerdote non è motivo di gloria o di onore personali, ma fonte di gioia per tutti, perché si aiuta la gente a diventare santi annunciando la presenza di Gesù nel mondo. Ecco perché vi chiedo con tutto il cuore di pregare per noi sacerdoti, affinché il Signore ci “tenga la mano sulla testa” e ci renda testimoni credibili del Suo amore, non volendo essere perfetti o impeccabili, ma veri, onesti e umili con tutti».


L’incontro. Nel 1980 Emanuele (l’imminenza del Natale suggerì il nome di battesimo) era il primogenito di papà Antonio e mamma Martina, che avrebbero in seguito salutato la nascita dell’altro figlio Roberto.  Dopo anni di attività in Oratorio, al Cre o come collaboratore del notiziario parrocchiale l’Antenna, e la maturità al liceo scientifico di Alzano nel 1999, alle soglie del nuovo millennio Emanuele si iscrive alla facoltà di ingegneria per l’ambiente e il territorio all’Università degli studi di Brescia, trasferendosi nella città della Leonessa. A pochi esami dalla laurea la decisione di farsi frate, a seguito di un corso formativo ad Assisi. «Quell’incontro con i frati minori – spiega in seguito ai genitori – mi ha conquistato. Sono rimasto affascinato dalla Porziuncola, sapete cos’è?». «San Francesco aveva illuminato il suo cammino, – ricordano mamma e papà – la sua decisione e l’annuncio a noi genitori ne è stata diretta conseguenza; forse i suoi amici, più intuitivi, o meglio informati, erano già al corrente della cosa, o comunque avevano presentito la svolta».

 

L’inizio. A ventisei anni Emanuele inizia il postulato presso l’eremo dei frati minori francescani di Monteluco (Perugia). Nel 2008 inizia il noviziato nel convento di San Damiano ad Assisi e l’anno successivo avviene la professione temporanea dei voti di castità, povertà e obbedienza; nel contempo prosegue gli studi presso l’Istituto teologico di Assisi e riceve l’accolitato e il lettorato. Tra il 2011 e il 2012 vive un’esperienza di sei mesi nelle missioni francescane del Congo Brazaville, nella cittadina di  Makoua. Rientrato in Italia, diventa santuarista presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove ora è stato ordinato sacerdote. 

La festa a Leffe. Fra Emanuele è rimasto legato alla Chiesa di Bergamo, dove sotto la guida dell’attuale Vicario generale monsignor Davide Pelucchi ha seguito la scuola di Vocazioni Giovanili e dove, nell’ottobre 2017, è stato ordinato diacono dal vescovo monsignor Francesco Beschi. Una nutrita comitiva di oltre cento persone fra parenti e amici, guidata dal parroco don Giuseppe Merlini, ha raggiunto Assisi per l’ordinazione, vegliata dal cielo dalla cara zia Maria, scomparsa di recente e che di Emanuele fu madrina al battesimo. Fra Emanuele sarà accolto sabato 7 luglio alle 17 all’ingresso di Leffe, in bicicletta e successivamente salutato con affetto dai nonni di Casa Serena prima della messa delle 18 in parrocchia. Alle 21 il gruppo Artemusica (con la soprano Anna Delfino ed il tenore Giorgio Casciarri) proporrà arie d’opera in onore di Fra Emanuele nella chiesa di Monte Croce. Domenica alle 10 il corteo da via Castello (in paese saranno esposti anche gli stendardi della Madonnina) e la concelebrazione nella parrocchiale, con il gran finale (ore 20.45 chiesa di San Martino) realizzato dai giovani dell’oratorio. Sui passi di Francesco proporrà per fra Emanuele i ricordi di una vita, attraverso musica, gesti e parole.

 
A Leffe di respira un senso di gioia condivisa, che traspare anche dall’edizione speciale del notiziario parrocchiale, ricco di testimonianze e auguri. Una storia di Chiesa semplice e gioiosa, che lo stesso Fra Emanuele segnala nei suoi saluti. «Non ho tagliato nessun traguardo, ma solo attraversato un nuovo inizio, in un cammino ancora lungo che, attraverso strade e luoghi che ancora non conosco, mi porterà sicuramente ad incontrare tanta gente, tra fatiche e cose belle. Su questa strada che sto percorrendo ci siete stati e ci siete tutti voi, compagni di viaggio per un breve o lungo tratto che voglio sinceramente ringraziare. La vostra presenza è stata indispensabile per formare la mia persona, se sono quello che sono oggi è perché, attraverso gli incontri e gli scontri che abbiamo avuto, il Signore mi ha dato di crescere e, ne son certo, siete cresciuti anche voi. Pur su strade diverse siamo diventati grandi. L’augurio che rivolgo a voi e a me stesso è quello di continuare a camminare insieme al Signore Gesù, certi che la vita con Lui è tutta un’altra cosa! Vale la pena di essere cristiani perché Gesù non ci toglie nulla, ma ci dona tutto, anche la sua vita».



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